Nel corso degli anni, il Far East Film Festival ha presentato diverse retrospettive e proiezioni speciali per puntare i riflettori sulla storia del cinema coreano. Con questi programmi, abbiamo cercato di evidenziare lo sviluppo del cinema coreano nel corso dei decenni, dai suoi modesti inizi all’industria riconosciuta a livello mondiale che è diventata oggi. Ma nessuna di queste proiezioni sarebbe stata possibile senza il costante lavoro svolto dal Korean Film Archive (KOFA) nel raccogliere, conservare e restaurare opere del passato che sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Mentre il KOFA celebra il suo 50° anniversario, il FEFF è orgoglioso di essere il primo festival ad ospitare il suo speciale programma commemorativo di sette importanti film degli anni Cinquanta: 50/50: Celebrating 50 Years of Korean Film Preservation. Ogni opera è stata restaurata digitalmente e sarà presentata con una nuova introduzione registrata dal KOFA per fornire agli spettatori le informazioni di base necessarie e il contesto storico per ogni film. Si può dire che tutte le opere selezionate occupino un posto importante nella storia del cinema coreano, come il film di maggior successo di quel decennio (Madame Freedom), il primo film coreano diretto da una donna (The Widow), il primo film coreano a ricevere un premio in un festival internazionale (The Wedding Day), un’opera recentemente riscoperta girata durante la guerra di Corea (Nakdong River), uno dei primi, indiscussi capolavori del regista Shin Sang-ok (The Flower in Hell), un film acclamato dalla critica che mostra l’influenza del neorealismo italiano sul cinema coreano (Money), e un’opera controversa che ha oltrepassato i confini ideologici stabiliti dalle autorità di censura coreane (Piagol).
Gli anni Cinquanta furono, per il popolo coreano, un periodo traumatico di povertà e di lotta. Dopo essere stata divisa in due paesi, Corea del Nord e Corea del Sud, alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945, la penisola fu poi colpita da una guerra tremendamente distruttiva che si protrasse dal 1950 al 1953. Alla fine della guerra la capitale della Corea del Sud, Seoul, era in rovina, gran parte della popolazione era stata sfollata e si stima che 1,3 milioni di persone, per lo più civili, fossero state uccise. Il processo di ricostruzione negli anni successivi alla guerra fu lento e doloroso, e statisticamente la Corea del Sud era classificata come uno dei paesi più poveri del mondo.
Eppure, in qualche modo, l’industria cinematografica entrò nel suo primo periodo di successo prolungato proprio durante questo travagliato decennio. In parte ciò dipese dal fatto che i registi avevano capito che il pubblico desiderava storie sulle questioni che all’epoca incidevano sulle loro vite. I film sulle vedove di guerra, le famiglie distrutte, l’influenza smisurata del potere culturale ed economico degli Stati Uniti e il conflitto ideologico catturarono l’immaginazione degli spettatori in vari modi. Una sfilza di successi al botteghino, in particolare quello di Madame Freedom, portarono a un’impennata degli investimenti privati nel settore e, di conseguenza, a un aumento della produzione, tanto che alla fine del decennio la Corea del Sud produceva oltre 100 film all’anno. Il debutto di molti nuovi registi e lo sviluppo di uno star system locale avrebbero posto le basi per un successo commerciale duraturo nel decennio successivo.
Questo programma speciale “50/50” presenta alcuni dei registi che hanno gettato le basi per i futuri successi dell’industria cinematografica coreana. Nel contempo, può essere considerato una celebrazione dell’atto stesso di conservazione del film. Ognuna di queste opere è un prezioso documento storico che è a nostra disposizione solo grazie al continuo sforzo e alla dedizione del personale del Korean Film Archive. È difficile guardare indietro agli anni Cinquanta senza essere influenzati dalle varie prospettive alterate del presente, ma film come questi offrono un punto di vista unico su un passato ormai molto lontano.
Darcy Paquet