A prima vista, l’industria cinematografica di Singapore nel 2024 non sembrava molto diversa dagli anni precedenti. Tuttavia, a uno sguardo più attento, ci sono alcuni aspetti interessanti, come il fatto che parecchi registi veterani degli anni Novanta e Duemila, periodo in cui l’industria si era rinnovata, hanno realizzato nuovi film di generi diversi.
Eric Khoo, che aveva dato il via alla rinascita locale con Mee Pok Man (1995) e 12 Storeys (1997), ha presentato Spirit World, un road movie fantasy animato da buone intenzioni interpretato dalla leggendaria Catherine Deneuve e dall’idolo giapponese del grande schermo Takenouchi Yutaka. Il film, una coproduzione tra Singapore, Giappone e Francia, racconta la storia di un anziano regista che deve iniziare a confrontarsi con l’idea della morte. Il figlio di Eric, Edward Khoo, è accreditato come sceneggiatore, e la produzione prepara il terreno per una nuova visione creativa.
All’incirca nello stesso periodo, quando la rinascita del cinema locale aveva raggiunto il suo apice con 12 Storeys, la regista Lim Suat Yen, allora fresca di una laurea in cinema, si unì ad alcuni compagni d’avventura per realizzare The Road Less Travelled (1997), un film di formazione sull’amicizia e sui conflitti intergenerazionali ambientato all’interno della elitaria scena musicale studentesca in lingua cinese di Singapore, la xin yao, che era molto popolare per tutti gli anni Ottanta e primi anni Novanta. Il film non trovò un suo pubblico di riferimento, e in qualche modo diede inizio a un conflitto che ancora oggi affligge i film singaporiani, quello tra i cineasti di Singapore, che lottano per essere accettati, e il pubblico locale. Quasi trent’anni dopo, Lim è tornata con The Chosen One, una popolare miscela di horror soprannaturale e commedia con un tocco di romanticismo, che vede come protagonisti attori provenienti da Singapore, Malaysia e Taiwan.
Forse il ritorno più sorprendente del 2024 è stato quello di Ong Keng Seng, rinomato regista teatrale di Singapore. Nel 1996, Ong aveva diretto uno dei primi successi locali, Army Daze. Il suo The House of Janus è stato proiettato nella sezione Undercurrent del Singapore International Film Festival. Army Daze era una versione cinematografica di una popolare pièce teatrale di Michael Chiang sulle buffonerie di alcuni nuovi reclute durante il servizio militare nelle Forze Armate di Singapore. Uscito subito dopo Mee Pok Man, il film di Eric Khoo acclamato dalla critica, questo film totalmente commerciale ottenne il favore del pubblico dell’epoca e fu uno dei primi film singaporiani a fare utili al botteghino, indicando un futuro promettente per l’industria.
Il 2024 ha visto la continuazione di due delle saghe più amate di Jack Neo, Money No Enough e I Not Stupid, entrambe al numero 3. Money No Enough (1998) ha un significato particolare per Neo, che quando lo interpretò era già una delle personalità più popolari della televisione locale con il suo show comico settimanale di prima serata, che andò in onda per tutti gli anni Ottanta e Novanta. Il film era diretto dal regista televisivo veterano Tay Teck Lock, mentre Neo ne scrisse la sceneggiatura e ne promosse l’intera produzione. Questo, più la sua esperienza di attore nel diversissimo 12 Storeys, ha aumentato il suo interesse per il cinema. Attualmente è ancora l’unico regista di Singapore in attività in grado di fare sempre profitti con i suoi film. Il suo tipico mix di comicità e melodramma sdolcinato, e il suo interesse per temi di attualità, sembrano essere gli ingredienti per il successo al botteghino. A parte qualche prova più autoriale, molti film commerciali locali seguono questo schema. Solo nel 2024, infatti, sono usciti titoli come Fat Hope, King of Hawkers, Good Goodbye, Let’s Get Rich e, sì, anche The Chosen One di Lim Suat Yen.
Se il 2024 è stato un’occasione per rievocare il passato, le voci cinematografiche più nuove hanno dimostrato che le coproduzioni sono la strada da percorrere per il futuro, anche se non si tratta affatto di una novità: le coproduzioni sono state un elemento importante di molti dei film usciti a Singapore negli ultimi cinque anni. Di solito si tratta di film d’essai realizzati da giovani registi.
Esempi di questo genere sono A Land Imagined di Yeo Siew Hua (2018), Ajooma di He Shuming (2022), Dreaming and Dying di Nelson Yeo (2023), Last Shadow at First Light di Nicole Midori Woodford (2023) e Tomorrow Is a Long Time di Jow Zhi Wei (2023), che hanno avuto successo in vari festival e, a volte, hanno illuminato gli angoli più nascosti delle piattaforme di streaming, ma, soprattutto, hanno aggiunto al cinema di Singapore un po’ di varietà molto agognata. Sempre su questa linea, nel 2024 sono usciti Stranger Eyes di Yeo Siew Hua, Mongrel di Chiang Wei Liang e You Qiao Yin, Pierce di Nelicia Low e Small Hours of the Night di Daniel Hui.
Small Hours of the Night, il quarto film di Hui, parla di uno scandalo in cui il fratello del famoso attivista armato Tan Chay Wa venne accusato di tradimento e condannato a una pena detentiva per aver cercato di recitare una poesia rivoluzionaria. Il film racconta di come il fratello di Tan Chay Wa sia stato processato per aver cercato di realizzare l’ultimo desiderio del fratello stesso, che era quello di far incidere sulla sua tomba quei versi rivoluzionari, in segno di rispetto. Il suo tentativo fu considerato illegale e dannoso per la sicurezza nazionale.
Per quanto somigli a un documentario, il film di Hui è tutt’altro; evitando le forme documentaristiche convenzionali, il film racconta abilmente la storia attraverso l’interazione tra una donna e chi la interroga. Monologhi e conversazioni sono intercalati a momenti di straordinaria bellezza poetica ripresi in pellicola 16mm. È il miglior lavoro di Hui fino ad oggi, e mostra la crescita di un vero artista singaporiano. Small Hours of the Night è stato presentato ai festival cinematografici di Rotterdam, Taipei, Londra e New York, ma le autorità singaporiane gli hanno negato la distribuzione in patria, ritenendolo pregiudizievole per l’interesse nazionale. È sempre la stessa musica.
Warren Sin