Documentaries
I documentari rappresentano strumenti narrativi estremamente potenti, in grado di rivelare storie nascoste, mutamenti culturali e racconti personali. La sezione Documentari del FEFF di quest’anno comprende cinque opere – Suzzanna: The Queen of Black Magic, Walking in the Movies, The Sinking of the Lisbon Maru, Chinatown Cha-Cha e Four Trails – che affrontano i temi dell’identità, della memoria e della sopravvivenza. Sebbene siano eterogenei per argomento, spaziando dalla nostalgia cinematografica alle tragedie storiche e alla resistenza individuale, questi film illustrano collettivamente la complessità delle esperienze e delle storie asiatiche. Esaminandoli insieme, possiamo comprendere in che modo essi registrino il patrimonio culturale, la resilienza personale e collettiva e il costante dialogo tra passato e presente.
Due di questi film, Walking in the Movies e Chinatown Cha-Cha, considerano l’identità e la memoria attraverso la lente del cinema e dell’intrattenimento. Kim Dong-ho è il fondatore del Busan International Film Festival e una delle figure chiave dello sviluppo del cinema coreano. Iniziò la sua carriera come funzionario statale, dedicando però l’intera vita alla pura passione per il cinema. Grazie al suo profondo impegno e alla sua istintiva creatività, continuerà “walking in the movies” (a “camminare nel cinema”). Chinatown Cha-Cha, invece, segue Coby Yee, ex ballerina di burlesque, e la sua compagnia di danza, le Grant Avenue Follies, durante un’ultima tournée che tocca le comunità cinesi negli Stati Uniti, a Cuba e in Cina, riflettendo sulle loro vite e sull’età d’oro della Chinatown di San Francisco. Questi due titoli ci ricordano che l’identità è spesso plasmata attraverso le arti e che la storia del cinema e dello spettacolo è profondamente intessuta nel patrimonio culturale.
Se Walking in the Movies e Chinatown Cha-Cha si soffermano su tematiche legate alla nostalgia e all’identità culturale, The Sinking of the Lisbon Maru affronta un capitolo ben più cupo della storia. Il documentario ripercorre il tragico affondamento, avvenuto nel 1942, di una nave da carico giapponese che trasportava prigionieri di guerra britannici. Molti di questi uomini annegarono a causa della crudeltà dei loro carcerieri, mentre altri riuscirono miracolosamente a sopravvivere, in condizioni estreme. Il film non solo getta luce su un atroce episodio bellico poco conosciuto, ma rappresenta anche una testimonianza della resilienza dello spirito umano. Attraverso la ricostruzione accurata di questo evento storico, il documentario preserva la memoria di queste vicende, riaffermando il valore imprescindibile della memoria nella definizione delle identità nazionali e globali.
Suzzanna: The Queen of Black Magic si concentra su una delle più iconiche attrici del cinema horror indonesiano, Suzzanna, divenuta simbolo stesso del racconto soprannaturale nel Sud-est asiatico. Il documentario analizza l’impatto della sua figura sul cinema horror indonesiano e il modo in cui folklore e mito contribuiscono a plasmare l’immaginario collettivo. I film di Suzzanna, spesso incentrati su spiriti vendicativi e magia nera, entrano profondamente in sintonia con il pubblico, poiché riflettono timori sociali e credenze culturali ben radicate. La sua eredità continua a influenzare l’horror contemporaneo, a dimostrazione di come il folklore possa fungere da ponte tra generazioni.
Infine, Four Trails presenta un’altra forma di resilienza, fondata sulla resistenza fisica. Il documentario segue il percorso di alcuni individui che si cimentano con i quattro principali sentieri escursionistici di lunga distanza di Hong Kong. Attraverso questa prospettiva, il film esplora non solo l’impegno fisico richiesto da questi tracciati, ma anche la forza mentale ed emotiva necessaria per portarli a termine. Seppure in un contesto profondamente diverso, in Four Trails riecheggiano i temi della sopravvivenza già affrontati da The Sinking of the Lisbon Maru. Che si tratti della guerra, di sfide personali o di prove di resistenza estrema, tutti questi film celebrano la capacità umana di andare avanti nonostante le avversità.
Nel loro insieme, questi documentari restituiscono la complessità e la ricchezza delle esperienze asiatiche, intrecciando storia, folklore, cinema e resistenza. Che si tratti della nostalgia per il cinema e per il mondo dello spettacolo, del ricordo di tragedie storiche, della salvaguardia delle tradizioni popolari o della ricerca di una resilienza fisica, ciascuna di queste opere contribuisce a delineare un discorso più ampio sull’identità e sulla sopravvivenza. Ci ricordano che la memoria è fluida, modellata dal racconto, dall’esperienza individuale e dalla storia collettiva, e che solo attraverso il confronto con il passato possiamo comprendere più a fondo il nostro presente e immaginare il futuro.
Anderson Le