Fuori dagli archivi: classici restaurati

Restored Classics
Con il movimento di restauro cinematografico che raggiunge vette sempre più alte, è facile dare per scontato l’accesso odierno ai classici in copie impeccabilmente restaurate. Sono lontani i tempi in cui le pellicole danneggiate e le copie VHS sfocate dominavano tra gli appassionati di cinema che cercavano di colmare lacune nelle filmografie. Le sezioni collaterali dei festival, i cataloghi sempre più grandi delle etichette Blu-ray e la vasta offerta in streaming rendono ormai facile trovare capolavori e film di culto, rimessi a nuovo in tutto il loro splendore. Il Far East Film Festival di Udine, da parte sua, continua ad accendere i proiettori per presentare restauri di qualità e consentire al pubblico di gustarne l’esperienza sul grande schermo.

La sezione Restored Classics di quest’anno presenta nove restauri, che comprendono quattro anteprime mondiali dal Taiwan Film and Audiovisual Institute (TFAI). Negli ultimi dieci anni, il TFAI, che si dedica alla conservazione del patrimonio cinematografico taiwanese, ha intensificato i suoi sforzi nell’ambito del restauro digitale. L’istituto ha iniziato nel 2015 ad acquisire l’attrezzatura necessaria e ora dispone di scanner cinematografici in 4K di ultima generazione.

In questa sezione del festival, tre film rendono omaggio all’acclamato regista taiwanese Pai Ching-jui (1931-1997). Primo taiwanese a studiare cinema in Italia, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Pai è stato profondamente influenzato dal neorealismo italiano e ha debuttato come regista con Lonely Seventeen (1967). Questa storia d’amore frustrato e di malattia mentale dalle immagini magnifiche, ora restaurata in 2K, vinse sei Golden Horse Award, tra cui quello per la miglior regia. Gli altri film di Pai in programma sono i restauri in 2K della commedia Accidental Trio (1969) e del dramma Good Bye! Darling (1970), entrambi fuori catalogo da molto tempo e che si sono visti molto raramente. Il restauro di tutti e tre i film, che saranno proiettati in anteprima mondiale a Udine, è stato curato dal TFAI.

Pai è stato anche produttore di The Story of a Small Town (1979), diretto da Lee Hsing, il regista protagonista della sezione Restored Classics dell’anno scorso. Anche questo film verrà presentato a Udine in anteprima mondiale nella sua nuova versione, che fa sempre parte del progetto di restauro 2K del TFAI. Il restauro ridà nuova vita alla storia di Lee su un ex carcerato che ricostruisce la sua esistenza nella cittadina di Sanyi e si innamora di una ragazza muta.

L’aspetto più entusiasmante del movimento di restauro cinematografico è che sta riportando alla luce film fondamentali e li rende accessibili al pubblico. Si pensi solo a Bona (1980), acclamato film del regista filippino Lino Brocka, che nell’ultimo anno ha avuto grande diffusione tra proiezioni festivaliere e uscite in sala. Pur essendo considerato uno dei capolavori di Brocka (autore di Manila in the Claws of Light) sin dai tempi dalla sua proiezione alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, nel 1981, il film era sparito dalla circolazione dopo la sua uscita in sala, tanto che alcuni pensavano addirittura fosse andato perduto. Dopo che i negativi originali del film e del sonoro sono stati rinvenuti in Francia, i distributori Kani Releasing e Carlotta Films ne hanno ottenuto i diritti dalla diva e produttrice Nora Aunor ed è stato effettuato il restauro in 4K presso il laboratorio Cité de Mémoire a Parigi, mentre il restauro del sonoro è stato realizzato da L.E. Diapason. Subito dopo essere stata presentata in anteprima a Cannes lo scorso maggio, la versione stabilizzata e ripulita è stata proiettata in Francia e in Nord America, ed è ora una delle principali attrazioni nei programmi dei festival.

Un altro film che ha ottenuto maggiore visibilità è la commedia di Tsui Hark Shanghai Blues (1984). Il film è noto tanto per le sue vertiginose delizie visuali quanto per essere la prima uscita dalla potente società di produzione hongkonghese, Film Workshop. Per celebrare il 40° anniversario di Shanghai Blues, Film Workshop lo ha sottoposto a un restauro in 4K (realizzato a cura del laboratorio L’Immagine Ritrovata), e a un nuovo remix del sonoro da parte della One Cool Production di Hong Kong sotto la supervisione di Tsui e Nansun Shi, co-fondatrice di Film Workshop. Oltre a restituire alle immagini la loro splendida forma originale, il progetto ha preso una piega tutta particolare grazie all’inserimento di nuove tracce audio in cantonese, shanghainese e mandarino, sostituendo l’uso uniforme del cantonese presente nella versione originale. Il film è stato riportato sullo schermo da una proiezione al festival di Cannes e, da allora vari festival, come accade al Far East Film quest’anno, consentono agli appassionati di cinema di apprezzare le bellezze di questo film.

È auspicabile che un simile incremento di interesse si verifichi anche con il dramma poliziesco hongkonghese The System (1979), opera prima di Peter Yung, su alcuni poliziotti a caccia di trafficanti di droga; il film, acclamato come uno dei più importanti della New Wave di Hong Kong, per decenni è rimasto quasi invisibile, anche perché essendo un film indipendente autoprodotto non è mai stato distribuito su supporto digitale. Ora il museo di cultura visiva contemporanea M+ di Hong Kong lo ha distribuito, primo di una serie di titoli restaurati nell’ambito dell’iniziativa M+ Restored. Avviato come collaborazione tra M+ e Chanel con l’obiettivo di “aumentare la visibilità del ricco patrimonio cinematografico di Hong Kong”, il progetto M+ Restored ha scelto nove film. The System è stato restaurato in 4K da M+ con restauro digitale curato da L’Immagine Ritrovata e correzione del colore a cura di One Cool Production. I materiali originali sono i negativi originali in 35mm in scena e colonna conservati presso l’Hong Kong Film Archive. Dopo le proiezioni che hanno fatto il tutto esaurito ad aprile all’Hong Kong International Film Festival, The System è presentato in anteprima internazionale a Udine.

Tra le opere restaurate più di recente ci sono Barking Dogs Never Bite (2000), black comedy sudcoreana di Bong Joon Ho, e PTU (2003), thriller poliziesco di Johnnie To. La CJ Entertainment ha fatto scansionare e correggere digitalmente in 4K Barking Dogs Never Bite dal Korean Film Archive nel 2024, sotto la supervisione del suo regista premio Oscar. I materiali di partenza per il restauro erano il negativo originale in 35mm e l’audio digitale acquisiti rispettivamente nel 2000 e nel 2018. Questo film, la cui storia è quella di un accademico disoccupato che rapisce il cane di un vicino, non ha avuto grande successo al botteghino alla sua prima uscita nelle sale, ma nel tempo è diventato un film di culto. Con la versione restaurata ora disponibile – e che farà il suo debutto europeo a Udine – il film è pronto per essere rivalutato.

PTU è tornato nei cinema con un restauro 4K realizzato a cura di iST di Hong Kong. iST è la divisione di post-produzione dello studio produttore e detentore dei diritti, Mei Ah Entertainment; il suo restauro di Nomad (1982) di Patrick Tam è stato presentato al Far East Film nel 2023. Il noir teso e stilisticamente raffinato di To, che racconta la storia di una squadra di poliziotti che cerca di ritrovare la pistola scomparsa di un collega, ha avuto una distribuzione decisamente non ideale (è uscito durante l’epidemia di SARS), ma ora è pronto a tornare nei cinema e sovvertire le aspettative suscitate dai polizieschi di Hong Kong. Dopo le proiezioni a Hong Kong ad aprile, che hanno fatto il tutto esaurito, il film ritorna a Udine per la prima europea della versione restaurata. Anche se film come PTU e Barking Dogs Never Bite sono riusciti a ottenere una distribuzione in home video, i loro restauri in alta risoluzione ci danno ora la perfetta opportunità di essere testimoni della maestria e della visione di registi destinata allo schermo cinematografico.

Tim Youngs