Nel 2024, il mercato cinematografico taiwanese ha registrato un calo intorno al 17% rispetto all’anno precedente, con un crollo significativo degli incassi per i film locali da 1,22 miliardi di NT$ a circa 700 milioni [tutte le cifre nell’articolo sono in dollari di Taiwan, NT$ 1 = € 0,03, ndt], segnando un incredibile -40%. Tutto ciò accompagnato da una perdita di quota di mercato dal 15,7% al 10%, a dimostrare le difficoltà dei film formosani nell’affrontare la spietata concorrenza di Hollywood e degli anime giapponesi. Nel corso dell’anno, solo cinque pellicole hanno superato i 30 milioni e la maggior parte è rimasta sotto la soglia dei 20. Performance negativa finanche per gli horror, precedentemente sempre gettonati; l’unico lavoro a brillare in tutto l’anno è stato il popolare sequel Gatao: Like Father Like Son. Nonostante queste sfide, i registi taiwanesi hanno proseguito l’esplorazione di nuovi generi e temi, abbracciando prospettive più diversificate grazie a coproduzioni internazionali.
Già all’inizio del Capodanno Lunare 2024, le produzioni taiwanesi davano segni di cedimento. Apriamo con la commedia d’azione Breaking and Re-entering di Wang Ding-lin, che incorpora elementi comici parodiando heist movies come Entrapment o la serie The Invisible Guest. Invece di seguire il classico intreccio della rapina, il film presenta un gruppo di protagonisti, tra cui Chen Bolin, Wu Kang-ren, Frederick Lee e Kent Tsai, che collaborano per restituire dei soldi sottratti a una banca. Purtroppo, le idee originali e il confezionamento generale di Breaking and Re-entering non hanno incontrato a pieno i gusti del pubblico, risultando in un magro incasso da 41,6 milioni. Neanche Kids, uscito poco dopo, ha ricevuto un’accoglienza migliore: nonostante la produzione del noto autore di commedie taiwanese Chu Yen-ping e il suo tentativo di aggiornare la formula di successo delle commedie di kung fu con elementi del mondo virtuale, il guadagno è stato di appena 3,37 milioni.
A seguire, la coproduzione Taiwan-Giappone 18x2 Beyond Youthful Days, adattata dall’omonimo diario di viaggio di Blue Fox del 2014, prodotta da Chang Chen e diretta da Fujii Michihito. Nel film, interpretato dal taiwanese Greg Hsu e dalla giapponese Kiyohara Kaya, seguiamo il fondatore di una società di videogiochi taiwanese che, di fronte a intoppi nella carriera, decide di recarsi in Giappone per cercare conforto e visitare la città natale del suo primo amore.
18x2 Beyond Youthful Days mette in luce l’esperienza umana e gli splendidi paesaggi di Taiwan e Giappone, concentrandosi sui temi del romanticismo giovanile e dei ricordi nostalgici. Sebbene l’incasso di 75,78 milioni sia inferiore alle aspettative, lasciando l’opera al terzo posto tra i film taiwanesi dell’anno, la potenza del team creativo unita alla fama del protagonista Greg Hsu hanno notevolmente sostenuto l’uscita in Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Vietnam.
Il film ha così attirato oltre 2,8 milioni di spettatori in tutta l’Asia, per un fatturato totale di oltre 545 milioni. Un tale successo illustra l’ambizione dei film taiwanesi di migliorare la propria presenza internazionale, ambizione confermata negli ultimi anni dalla Taiwan Creative Content Agency (TAICCA), che in tal senso ha dato priorità proprio alle coproduzioni transfrontaliere.
Negli ultimi tre anni, la TAICCA ha supportato circa 40 coproduzioni internazionali con elementi taiwanesi, molte delle quali sono state presentate in prestigiosi festival cinematografici internazionali, tra cui Berlino, Cannes e Tokyo. Ad esempio, nel 2024 sono stati realizzati con fondi TAICCA sia Lust in the Rain (regia giapponese), candidato per la sezione internazionale del festival del cinema di Tokyo, sia Stranger Eyes (regia singaporiana), in concorso alla Mostra del cinema di Venezia.
Lust in the Rain è il primo lungometraggio girato a Taiwan da Katayama Shinzo, talentuoso cineasta giapponese noto per Siblings of the Cape. Si tratta di un adattamento dei bizzarri racconti di Tsuge Yoshiharu, pioniere del manga avanguardista per adulti. Con un cast che include Narita Ryo, Morita Go e Nakamura Eriko, la pellicola esplora le relazioni erotiche e gli intrecci onirici tra un mangaka, una vedova e un altro uomo. L’intera troupe è giapponese, ma il film è ambientato a Chiayi (Taiwan), con un’atmosfera nostalgica di ritorno agli anni Ottanta, un’ambientazione che determina l’unicità del carattere ibrido del film.
Stranger Eyes invece è l’ultimo lavoro di Yeo Siew Hua, già vincitore del Pardo d’Oro al Locarno Film Festival per A Land Imagined. Coproduzione che abbraccia Taiwan, Singapore, Stati Uniti e Francia, è stato anche il lungometraggio di apertura dell’ultimo Golden Horse Film Festival. Il film, ambientato a Singapore, ha come protagonisti attori taiwanesi del calibro di Wu Chien-ho, Lee Kang-sheng e Vera Chen. Nella storia, due giovani la cui figlia è stata rapita iniziano a ricevere inquietanti video che li ritraggono, girati da uno sconosciuto voyeur. Attraverso le esperienze di due famiglie sull’orlo del collasso, il film approfondisce i temi del voyeurismo, della sorveglianza e dell’indifferenza nella moderna vita urbana.
Cinque anni dopo Detention arriva Dead Talents Society, l’ultima opera di John Hsu, vincitrice in ben cinque categorie ai Golden Horse Awards. La trama parla di un gruppo di fantasmi che cercano il successo nell’industria dell’intrattenimento dell’aldilà nel tentativo di non scomparire cadendo nel dimenticatoio. A differenza delle profonde tematiche storiche esplorate nell’opera precedente, qui si ritorna allo stile di commedia satirica che Hsu padroneggiava nei primi cortometraggi. Le sue idee originali e spiritose hanno catturato l’attenzione della Sony Pictures Entertainment, rendendolo il loro primo investimento in un film di lingua cinese da vent’anni a questa parte. La Sony ha inoltre acquisito i diritti di distribuzione globale e di remake.
Dead Talents Society, che include performance di Chen Bolin, Sandrine Pinna e Gingle Wang, si addentra nelle moderne ansie che circondano il successo attraverso una divertente battaglia di sopravvivenza ambientata negli inferi. Nonostante l’esecuzione impeccabile del reparto tecnico, l’umorismo nero del film non ha trovato riscontro nel pubblico taiwanese, ostacolandone il successo tramite passaparola. L’incasso nazionale appena accettabile di 60 milioni stona con gli ampi consensi ottenuti nei festival cinematografici internazionali: il secondo premio del pubblico nella sezione Midnight Madness al Toronto International Film Festival, il premio del pubblico Sitges Selection e il premio del pubblico Focus Asia al Sitges Film Festival in Spagna, tra gli altri riconoscimenti.
Il periodo estivo ha segnato il periodo di punta nelle performance cinematografiche taiwanesi. Oltre a Dead Talents Society, anche The Chronicles of Libidoists e I Am the Secret in Your Heart si sono classificati tra i primi dieci successi dell’anno. Inoltre, Gatao: Like Father Like Son ha stabilito un nuovo record al botteghino per la serie, con ben 224 milioni di incasso.
The Chronicles of Libidoists è il nuovo lavoro di Yang Ya-che, a sette anni di distanza da The Bold, the Corrupt, and the Beautiful. La pellicola esplora relazioni erotiche complesse e sfaccettate tra i quattro protagonisti, spingendo i limiti della rappresentazione sessuale nel cinema taiwanese. Peccato che il riscontro di vendite non sia stato all’altezza del fermento generato. D’altra parte, il puramente romantico I Am the Secret in Your Heart, diretto da Lai Meng-chieh e basato su un best-seller letterario, ha trovato risonanza nel pubblico studentesco. Caratterizzato da un fresco triangolo amoroso che coinvolge gli attori Moon Lee, Tsao Yu-ning e Lou Jun-shuo, il lavoro ha dimostrato l’attrattiva di mercato dei film romantici di ambientazione scolastica.
Distribuito in occasione del decimo anniversario della serie, Gatao: Like Father Like Son funge da prequel della raccolta, addentrandosi nelle origini e nella visione del mondo tipici del “Gatao Universe”. La storia inizia con il motivo per cui Sunny Wang, protagonista del primo capitolo, si è attirato l’ira di varie fazioni rivali, ma introduce anche l’inattesa Tugou Gang a scompigliare le carte, scatenando una lotta per il territorio e una battaglia all’ultimo sangue.
Sotto la guida del produttore Red Chang, il franchise di Gatao continua a riunire attori di varie generazioni, tra cui Tsai Chen-nan, Jack Kao, Shih Ming-shuai, Harry Chang e altri. La serie cattura efficacemente l’intensità emotiva, le brutali minacce e il codice d’onore tipici dei gangster movie, creando una tensione drammatica che la rende la proprietà intellettuale più longeva e redditizia del cinema taiwanese. Grazie al coinvolgimento a lungo termine del team di produzione, tra cui il regista Ray Jiang e il direttore della fotografia Yao Hung-i, la qualità dei lavori non è mai calata e ognuno dei quattro episodi ha superato il successo del predecessore. Dopo l’adattamento televisivo già ultimato, il franchise ha ampliato la sua influenza promuovendo concerti, merchandising e progetti di trasposizione videoludica.
Mentre i film basati sulla proprietà intellettuale hanno una fanbase consolidata, le storie scritte da zero offrono nuove opportunità creative. Daughter’s Daughter e The Uniform, entrambi incentrati su protagoniste femminili, si fregiano appunto di sceneggiature originali. Il primo esplora il viaggio di una donna sulla sessantina che rivaluta le proprie scelte di vita, mentre il secondo segue una liceale in cerca di autoaffermazione dopo aver sperimentato confusione e fuga dalla realtà.
Daughter’s Daughter, secondo lavoro di Huang Xi dopo Missing Johnny, ha richiesto sei anni per essere ultimato, entrando in concorso nella sezione principale del Tokyo Film Festival. Prodotto da Hou Hsiao-hsien e Sylvia Chang, il film vede quest’ultima come attrice protagonista e figura centrale: Sylvia Chang ha infatti svolto un ruolo cruciale nella produzione, offrendo consigli e intuizioni e dando profondità al suo personaggio con una interpretazione solida e misurata, tanto da ricevere una menzione d’onore nel Platform Award del Toronto International Film Festival.
Nel film, Sylvia Chang interpreta Jin Ai-xia, una pensionata che trascorre una vita apparentemente agiata. Da una parte ha una madre affetta da demenza, dall’altra una figlia maggiore data in adozione da piccola e un’altra figlia lesbica che si sta sottoponendo a inseminazione artificiale. Tragicamente la figlia minore muore, lasciandosi dietro un embrione sano. Dunque, Jin Ai-xia deve gestire la salute in declino della madre, l’allontanamento dalla figlia maggiore, il lutto familiare e la decisione da prendere sull’embrione. Il regista Huang Xi sottolinea il contrasto tra la scelta di abbandonare la figlia minorenne a causa di una gravidanza indesiderata e l’attuale dilemma sull’embrione della figlia deceduta, una giustapposizione che serve ad approfondire l’esplorazione del legame madre-figlia in varie fasi e a diversi livelli.
The Uniform di Chuang Ching-shen è ambientato a Taiwan alla fine degli anni Novanta e prende spunto dalla situazione del liceo Taipei First Girls’ High School, dove le studentesse della scuola diurna e quelle dei corsi serali condividevano le aule. Sebbene entrambi i gruppi indossassero le stesse uniformi, distinte solo dal colore dei numeri di matricola, la sezione diurna era un’istituzione molto più prestigiosa dell’altra. Nel film, Chloe Xiang e Buffy Chen interpretano due studentesse frequentanti le due sezioni, che diventano amiche grazie alla condivisione dello stesso banco e sviluppano persino dei sentimenti per lo stesso ragazzo dai voti brillanti. Tuttavia, le differenze percepite tra i due gruppi di studenti hanno un impatto sulle loro vite, sulle loro azioni e anche sulla loro amicizia e sull’amore che provano.
The Uniform rientra nel genere ormai noto degli high school romance taiwanesi. Nonostante la trama ricca di teneri sentimenti, la pellicola affronta anche temi di ansia identitaria e di pressione scolastica, particolarmente a causa delle aspettative familiari e sociali. In modo sia interessante che ironico, l’uniforme stessa funge da simbolo di trasformazione dell’identità e la sottile distinzione nei colori dei numeri di matricola simboleggia le sottostanti differenze di classe, creando un’avvincente metafora visuale.
Il film ha ricevuto un riscontro positivo dopo la sua anteprima mondiale nella sezione Special Focus del Busan International Film Festival, vendendo con successo i diritti di distribuzione per paesi come Giappone, Corea del Sud e dieci nazioni dell’ASEAN.
Presentato anch’esso in anteprima mondiale al Busan International Film Festival, Yen and Ai-Lee di Tom Lin esplora la complessa relazione tra una figlia (interpretata da Kimi Hsia) e sua madre (Yang Kuei-mei). Il personaggio di Kimi sopporta a fatica i prolungati abusi che la madre subisce da anni ad opera del marito e, in un momento di rabbia, uccide il padre, venendo poi imprigionata. Una volta scarcerata, la donna deve gestire la nuova relazione della madre con un delinquente locale e al contempo affrontare l’arrivo inaspettato della bimba nata dal rapporto tra suo padre e la sua amante, elementi che intralciano i suoi sforzi per rifarsi una vita.
In Yen and Ai-Lee, spiccano come momenti salienti le scene tra Kimi Hsia e Yang Kuei-mei. Grazie all’abilità del direttore della fotografia, l’indiano Kartik Vijay, l’opera dipinge in uno straordinario bianco e nero le complesse emozioni di amore, risentimento, conflitto e riconciliazione tra le due donne. Dopo la vittoria del Kim Jiseok Award al Busan International Film Festival, il lavoro è stato anche candidato a otto Golden Horse Award, confermando la performance stellare delle attrici.
Guardando al 2025, i film taiwanesi continuano a generare anticipazione, con due voci degne di nota: A Foggy Tale e Girl. Entrambi puntano sulle prospettive delle giovani donne esplorando i problemi affrontati da diverse generazioni. A Foggy Tale, diretto da Chen Yu-hsun (My Missing Valentine), presenta una narrazione epica sulle famiglie delle vittime nell’era del Terrore Bianco negli anni Cinquanta; Girl segna il debutto alla regia di Shu Qi e vede la partecipazione di Roy Chiu e 9m88 (Joanne Tang Yu-chi), con Yu Jing-ping (già premiato ai Golden Horse) a dirigere la fotografia. Girl è stato anche riconosciuto da Screen Daily come uno dei 75 film più attesi per le anteprime dei festival cinematografici internazionali del 2025.
Traduzione italiana dal cinese di Francesco Nati.
Hsiang Yi-fei