Il pubblico è là fuori: il cinema filippino nel 2024

L’incasso da un miliardo di pesos del Metro Manila Film Festival (MMFF) del 2023 aveva acceso la speranza nella cagionevole industria cinematografica filippina, facendo pensare che il pubblico potesse finalmente tornare a sostenere il cinema locale e non limitarsi ad andare in sala solo per i blockbuster o i film Marvel. Tuttavia, è stato necessario attendere fino ad agosto per un altro grande successo. I dibattiti sui social media rivelano che gli spettatori non considerano i film filippini abbastanza validi da meritare il prezzo del biglietto. Eppure, ci sono ancora appassionati che continuano a difendere il cinema locale, recensendolo su Letterboxd, scrivendo articoli o post sui social media.

Essendo l’ultimo festival cinematografico dell’anno, il Metro Manila Film Festival è un indicatore prezioso per comprendere le tendenze e i cambiamenti del cinema filippino. Lo straordinario risultato del 2023 – oltre 1 miliardo di pesos in soli cinque giorni – è diventato un punto di riferimento che incomberà come un’ombra sulle edizioni future. Per il 2024, in occasione della 50a edizione del festival, a tutto gennaio 2025 l’incasso complessivo era pari a circa 800 milioni di pesos (12,8 milioni di euro), 200 milioni in meno rispetto all’anno precedente. Il risultato è comunque incoraggiante, ma sorprende se si considera il ritorno di due delle star più redditizie del festival, i comici Vice Ganda e Vic Sotto, considerati entrambi “Re dei botteghini”, ovvero attori il cui nome in locandina è di per sé garanzia di successo. Hanno ottenuto risultati inferiori alle aspettative perché i film che interpretano non sfruttano appieno la loro vena comica? O c’è un’altra spiegazione?

È una circostanza che può far venire in mente quanto accaduto a Charlie Chaplin con Monsieur Verdoux, una commedia nera del 1947 che segnò una netta rottura con il suo iconico personaggio del Vagabondo. Il film fu un fiasco e Chaplin, riflettendo sugli scarsi risultati, ammise: “Con quel film ci ho rimesso economicamente. Chi veniva a vedermi si aspettava di trovare il buffo Charlot. Gli spettatori sono rimasti scioccati, non riuscivano a farsene una ragione. Volevano sapere che fine avessero fatto le mie grosse scarpe”. Sebbene non si possa certo dire che And the Breadwinner Is... e The Kingdom abbiano fatto fiasco sul piano commerciale entrambi sono interpretati da attori comici in ruoli drammatici. And the Breadwinner Is... ha incassato 460 milioni di pesos (7,3 milioni di euro), metà del fatturato totale del MMFF 2024, (circa 800 milioni di pesos, pari a 12,8 milioni di euro) ma non è riuscito a superare il miliardo di pesos guadagnato l’anno precedente dal dramma familiare d’ispirazione cattolica Rewind.

And the Breadwinner Is... è un mix di commedia esilarante e intenso dramma familiare, e ha per protagonista una celeberrima personalità comica (Vice Ganda), presenza quotidiana in quasi tutte le case filippine grazie a un popolare varietà televisivo di mezzogiorno. Il film affronta un tema decisamente familiare a tutti i filippini, ovvero la dura realtà di chi si dibatte per sbarcare il lunario, ha ottenuto recensioni entusiaste, che hanno salutato l’interpretazione di Vice Ganda come un punto di svolta nella sua carriera. Come ha scritto il critico cinematografico Philbert Dy: “Vice Ganda è semplicemente fenomenale e trasuda un pathos che va ben oltre la battaglia personale; rappresenta il dolore di chiunque abbia dovuto farsi carico, da solo, del sostentamento della propria famiglia, e lo fa in modo magistrale”.

The Kingdom, d’altra parte, porta Vic Sotto ben lontano dal suo repertorio comico abituale. L’attore è noto per i suoi ruoli di uomo comune dotato di poteri magici (come nei film della saga Enteng Kabisote) o di figura paterna autorevole ma esilarante (Jack Em Popoy: The Puliscredibles e My Little Bossings, entrambi successi al botteghino). In The Kingdom, invece, Sotto esplora cupamente una realtà alternativa in cui le Filippine non sono mai state colonizzate dalle potenze occidentali, vestendo i panni del re vedovo Lakan Makisig Nandula, chiamato a scegliere il proprio successore tra i suoi tre figli. Il film immagina una storia distopica delle Filippine che paradossalmente non è poi così lontana dalla realtà attuale, segnata da corruzione, disuguaglianza e intrighi politici.

The Kingdom è degno di nota per le sue ambizioni e la sua portata, anche se non riesce a vincere del tutto la sua scommessa. Gli effetti speciali piuttosto incerti e gli snodi narrativi da soap opera danno l’idea che il soggetto sarebbe stato più adatto a uno sceneggiato televisivo da prima serata più che a un lungometraggio di 133 minuti. Ad ogni modo, l’interpretazione sensibile di Sotto non è una novità assoluta: aveva già avuto modo di dimostrare le sue doti drammatiche negli special della stagione della Quaresima del varietà televisivo Eat Bulaga. The Kingdom gli offre però uno spazio scenico abbastanza ampio per dimostrare la sua capacità di reggere un film senza dover ricorrere alle solite battute. La sua inclusione nel MMFF è già di per sé un rischio, dato che il festival è tradizionalmente un trampolino commerciale per le grandi star in cerca di incassi dell’ultimo minuto.

Il pubblico sembra aver apprezzato la scommessa drammatica di Sotto, dato che The Kingdom è il terzo film con il maggior incasso del MMFF 2025 (anche se il dato preciso non è stato rivelato). Il secondo posto è stato conquistato da Green Bones, vincitore del premio per il miglior film, che ha chiuso la sua corsa con un incasso di circa 133,7 milioni di pesos (2,1 milioni di euro) e ha continuato a essere proiettato in alcune sale anche dopo la fine del festival. Questo dramma carcerario, scritto a quattro mani con il veterano Ricky Lee, è sostenuto da un’intensa interpretazione di Dennis Trillo nei panni di un detenuto che potrebbe essere stato accusato ingiustamente di un crimine. Green Bones è stato il film più premiato del festival: Trillo ha ricevuto il premio come miglior attore e Lee quello per la miglior sceneggiatura. The Kingdom ha portato a casa cinque premi, tra cui quello per il secondo miglior film e per la miglior regia.

Il presidente del Film Development Council of the Philippines, Jose Javier Reyes, si è detto ottimista nei riguardi del festival, sottolineando che i dieci film in programma sono stati selezionati per la loro qualità più che per la loro commerciabilità, in linea con la tradizione del MMFF.

In un post del suo blog ha scritto: “In questo Metro Manila Film Festival l’intento commerciale non si traduce in un’esibizione sfacciata di film banali o compiacenti, pensati solo per assecondare il livello più superficiale di umana intelligenza. Al contrario, alcuni di questi film sono ben concepiti, tutti sono ben realizzati, ma il loro aspetto più importante è che questi dieci titoli mirano a riportare il pubblico nelle sale cinematografiche, dove le loro narrazioni possono essere vissute pienamente, come un’esperienza collettiva”.

Tra i film più solidi del festival si segnalano Uninvited, un thriller inquietante con la superstar Vilma Santos nei panni di una madre consumata dal desiderio di vendetta, diretto da Dan Villegas, e Isang Himala (“A Miracle”), di Pepe Diokno, adattamento musicale del classico Himala di Ishmael Bernal. Isang Himala si è classificato all’ultimo posto in termini di incassi e ha avuto una distribuzione molto limitata: non ha avuto alcuna possibilità di competere contro i film più apprezzati dal pubblico o contro horror standard, come Espantaho e Strange Frequencies: Taiwan Killer Hospital (remake dell’horror sudcoreano in stile found footage dal titolo Gonjiam: Haunted Asylum). Durante il MMFF, una rassegna cinematografica di due settimane che inizia il giorno di Natale, alle sale non è consentito proiettare film stranieri (fatta eccezione per i cinema specializzati come le sale IMAX). Questi film, dunque, non hanno dovuto confrontarsi con Wicked o con Mufasa Il Re Leone.



L’inaccessibilità e la scomparsa del pubblico di massa



Si è dovuto aspettare il mese di agosto perché il pubblico tornasse in massa nelle sale cinematografiche, grazie all’uscita di Un/Happy For You. Il successo di questo dramma romantico dal sapore classico, interpretato dalla coppia formata da Joshua Garcia e Julia Barretto, ha dato nuova linfa al settore con il suo incasso di 450 milioni di pesos (7,2 milioni di euro). Il pubblico ha cavalcato quest’ondata di speranza fino a novembre, quando è uscito nelle sale l’attesissimo dramma romantico Hello, Love, Again che attualmente è il film filippino con il maggior incasso di sempre, con la straordinaria cifra di 1,6 miliardi di pesos (25,7 milioni di euro), che si avvicina al record assoluto di Avengers: Endgame (1,7 miliardi di pesos, pari a 27 milioni di euro). Il film, sequel del successo del 2019 Hello, Love, Goodbye, riunisce due delle più grandi star delle Filippine, Kathryn Bernardo e Alden Richards, ma ha ricevuto recensioni contrastanti (su Letterboxd ha una media di 2,8/5), con critiche alla pesantezza della trama ma unanimi elogi per le straordinarie interpretazioni dei protagonisti.

Il successo di Un/Happy for You e Hello, Love, Again dimostra che le coppie romantiche consolidate sullo schermo continuano a garantire ottimi incassi. Tuttavia, questi sono solo due dei pochi film di successo tra i circa 200 titoli usciti del 2024 (secondo stime approssimative).

Durante un’audizione al Senato sui bilanci delle agenzie governative Movie and Television Review and Classification Board (MTRCB, l’organo di censura del paese) e il Film Development Council of the Philippines (FDCP), il regista e presidente del FDCP Jose Javier Reyes ha dichiarato: “Sapete cosa vuol dire? [...] Da gennaio, si è dovuto arrivare ad agosto per un altro grande successo! Tutti i film usciti nei mesi intermedi sono stati un fiasco!”.

Uno dei principali ostacoli per il settore rimane il prezzo elevato dei biglietti. Con un costo che varia tra 350 e 500 pesos (5-8 euro), i titoli di accesso sono sempre più proibitivi. Il Metro Manila Film Festival è pensato come un evento per famiglie, il che significa che una famiglia di cinque persone dovrebbe spendere più di 1.750 pesos, senza contare snack e trasporti. In confronto, gli abbonamenti alle piattaforme di streaming possono costare anche solo 149 pesos al mese (2,4 euro) su cellulare, o 249 pesos (4 euro) per un piano base, e offrono un vasto catalogo di film, blockbuster hollywoodiani e serie coreane tra cui scegliere. Inoltre, la finestra tra l’uscita in sala e la distribuzione in streaming si è ridotta a soli 45 giorni (o anche meno per le produzioni straniere), cosicché una parte del pubblico preferisce aspettare la versione online. L’arrivo di Max nel mercato filippino, a novembre, con prezzi di lancio aggressivi, ha inasprito ulteriormente la competizione.

Come ha sottolineato Reyes durante l’udienza al Senato, il costo elevato dei biglietti ha di fatto trasformato l’andare al cinema in un’attività della classe media. Il pubblico di massa preferisce restare a casa e spendere il proprio denaro per beni essenziali.

“Abbiamo completamente perso le fasce D ed E, che una volta guardavano i film filippini. Ora, solo il pubblico delle classi B e C1 va al cinema… Il cinema filippino è diventato una faccenda della classe media. Nawala na po ‘yung masa (le masse non li guardano più)”, ha detto Reyes.

In un reportage sui prezzi dei biglietti scritto da Isagani de Castro Jr. per Rappler, Reyes ha evidenziato che quando una catena di cinema ha ridotto temporaneamente i prezzi nell’ambito di una promozione, il pubblico è accorso in massa. Nello stesso reportage, Reyes ha riferito che il FDCP ha affrontato la questione con gli esercenti, ma questi ultimi hanno spiegato di non poter abbassare i prezzi a causa dei costi elevati dell’energia elettrica, poiché i cinema sono ampi e climatizzati, e delle spese di manutenzione.

Lo stesso articolo ha evidenziato come la catena di centri commerciali SM abbia iniziato a programmare film in esclusiva nelle proprie sale, come nel caso di Haikyu!! Battaglia allultimo rifiuto e del sorprendente successo How to Make Millions Before Grandma Dies, ora considerato il film thailandese con il maggior incasso nel paese, sebbene SM non abbia reso noti i dati sugli incassi. Il film thailandese ha toccato le corde giuste nel pubblico filippino, grazie alla trama incentrata sulla famiglia e a un raffinato studio dei personaggi, molto vicino a quello dei melodrammi filippini più amati. La pellicola è rimasta in programmazione per oltre quattro settimane, sostenuta da una strategia di marketing virale che prevedeva anche la distribuzione di fazzoletti all’ingresso delle sale cinematografiche. I biglietti per il film sono stati venduti a 270 pesos, un prezzo inferiore rispetto alla media abituale.
Intanto, come riportato da Rappler, Haikyu!! Battaglia allultimo rifiuto è rimasto in programmazione nelle sale di SM per almeno tre settimane. Il film ha saputo sfruttare la popolarità dell’anime e il fatto che il volley ha recentemente conquistato un vasto pubblico nelle Filippine, quasi quanto il basket.



Il grande dibattito



Al di fuori della consueta programmazione della piattaforma di film erotici Vivamax, che ha raggiunto i 13 milioni di abbonati nel 2024, e della programmazione dei festival del cinema indipendente, i film commerciali stanno facendo lentamente il loro ingresso nelle sale. I film locali hanno riscosso maggior successo sulle piattaforme di streaming, come Netflix, dove produzioni originali Netflix come il dramma Lolo and the Kid e il film di zombie Outside hanno scalato la classifica dei film più visti, approfittando del modello “online-first”. I festival cinematografici continuano a registrare un’ottima affluenza, soprattutto da parte dei giovani, desiderosi di scoprire cosa c’è di nuovo, ma è lo streaming a potenziare in maniera significativa la visibilità e la notorietà di un film. 
Ad esempio, Balota (“Urna elettorale”), commedia nera incentrata sulle elezioni, è stato presentato in anteprima al Cinemalaya Independent Film Festival lo scorso agosto, ed è uscito in sala in ottobre. È stato uno dei due film che sono andati meglio a Cinemalaya in termini di vendite dei biglietti, e quando è uscita su Netflix in gennaio, qualche settimana prima dell’inizio della stagione elettorale per il voto di metà mandato del 2025, è stata oggetto di un marketing virale, a suon di meme e post degli spettatori, grazie al tema puntualissimo. Nel film, costellato di parolacce, Marian Rivera (co-protagonista di Rewind, che ha incassato un miliardo di pesos) veste i panni di un’energica insegnante che si offre di proteggere a tutti i costi un’urna elettorale. È rimasto nelle sale per un mese e ha guadagnato circa 40 milioni di pesos (638.206 euro).

Un altro dei film più redditizi di Cinemalaya nel 2024 è stato Gulay Lang Po, Manong (“No More Than Veggies”), una commedia pungente che racconta di un contadino che cerca disperatamente di salvare il nipote da un cartello della droga in cui sono coinvolti anche poliziotti e politici potenti. Il film ha vinto il premio del pubblico al festival, ma in seguito non è uscito in sala.

Due dei film più acclamati dell’anno, Tumandok di Richard Jeroui Salvadico e Arlie Sweet Sumagaysay, e il documentario Alipato at Muog a.k.a. Flying Embers and a Fortress affrontano questioni socio-politiche importanti. Tumandok, che ha vinto il premio per il miglior film a Cinemalaya ed è stato scelto come miglior film del 2024 dalla Society of Filipino Film Reviewers, mette in scena le difficoltà di una comunità di indigeni di Iloilo (che interpretano anche il film) e la loro battaglia per il loro territorio ancestrale. Alipato at Muog è uno straziante documentario realizzato da JL Burgos, il cui fratello attivista Jonas è misteriosamente scomparso nel 2007, probabilmente per opera di militari. Alipato at Muog si aggiunge alla lista di documentari filippini che nel 2024 hanno suscitato grande interesse per i temi trattati, proprio come Lost Sabungeros, che racconta la storia della scomparsa di un gruppo di organizzatori di combattimenti di galli e i continui appelli delle loro famiglie perché vengano ritrovati; e And So It Begins, che documenta la candidatura della ex vicepresidente Leni Robredo alle elezioni del 2022. È stato candidato agli Oscar 2024 per le Filippine, ma non è riuscito a entrare nella long list.
Gli amanti del cinema filippino dovrebbero anche guardare ai trionfi ottenuti altrove: il grande successo del restauro del drammatico Bona di Lino Brocka, realizzato da Kani Releasing e Carlotta Films, presentato nella sezione Cannes Classics; il programma “When the Apocalypse Is Over: New Independent Philippine Cinema” su Criterion Channel, curato da Aaron Hunt, che mette in luce tecniche di regia e visioni interessanti come Cleaners e Bold Eagle; le coproduzioni che continuano tra i paesi del Sud-est asiatico e altre istituzioni regionali, che hanno portato a film innovativi come Viet and Nam, disconosciuto dal Vietnam ma ora considerato un film filippino poiché i produttori, Epicmedia, sono filippini; il restauro in 4K di un altro film di Brocka, Jaguar, presentato alla sedicesima edizione del Lumière Film Festival di Lione; il ritorno dell’iniziativa Sinag Maynila, con dieci cortometraggi, sette documentari e sette lungometraggi; l’inserimento del VMX Film Festival di Vivamax alla crescente lista di festival; la costante presenza di film filippini a Cannes (in particolare i cortometraggi della Directors Factory Philippines), Berlino, Venezia, Sundance, Locarno, Toronto, Tokyo e Tallinn; e il trionfo del QCinema International Film Festival come hub in crescita per i film e i progetti di co-produzione della regione.
I sostenitori più accaniti del cinema filippino sono ovunque, sommersi dai commenti di chi scrive frasi come “I film filippini fanno schifo”, opera probabilmente di filippini stessi. La discussione sulla qualità del cinema locale è esplosa quando il canale YouTube filippino-americano One Media ha pubblicato un video di 13 minuti dal titolo provocatorio “Perché le Filippine continuano a produrre film scadenti?”. Il video ha indignato per le sue generalizzazioni affrettate, che riassumono sbrigativamente l’industria cinematografica in una manciata di film, demoliscono le commedie per il loro umorismo “baduy” (fuori moda) e ironizzano sulla presunta “ossessione” dei filippini per le commedie romantiche. Il video non fa menzione di quello che succede sul campo e ignora quanto i cineasti filippini abbiano lavorato instancabilmente per mantenere a galla il settore, non solo per il pubblico locale ma anche per quello internazionale. Dopo l’acceso dibattito sulle affermazioni espresse nel video, il canale lo ha rinominato “Come si stanno evolvendo i film filippini” e si è scusato per “avere suggerito che la diaspora filippina (ovvero un pubblico occidentale) sia la soluzione o che sia paragonabile ad altre industrie cinematografiche”.

Spetterà forse all’industria capire come accrescere l’entusiasmo e la partecipazione nelle sale, ma ci saranno sempre filippini che andranno a vedere i film locali, non per obbligo, ma per amore.
Don Jaucian