Meno luci: i cinema di Hong Kong stanno chiudendo

Sebbene la pandemia di Covid-19 sia terminata da più di due anni, la ripresa dell’economia di Hong Kong procede a rilento; e questo è tanto più vero nel settore cinematografico. Nonostante due film di produzione locale (Twilight of the Warriors: Walled In di Soi Cheang e The Last Dance di Anselm Chan) abbiano incassato oltre 100 milioni di dollari hongkonghesi ciascuno, il botteghino complessivo è diminuito del 6,25%, tornando ai livelli del 2011. Nel corso dell’anno ben nove cinema hanno chiuso i battenti e solo uno di essi ha riaperto, con una nuova gestione. Questo significa che circa il 15% dei cinema della città ha cessato l’attività.

Gli esercenti si sostengono principalmente con gli incassi dei biglietti, che dividono con i distributori. Gli altri ricavi derivano principalmente dalla vendita di snack e bevande, oltre che dalle pubblicità esposte negli spazi del cinema. Sul fronte delle spese, i costi operativi comprendono stipendi del personale, affitti, bollette di luce e acqua, manutenzione delle attrezzature e delle poltrone, nonché il costo dei prodotti per il punto ristoro.

Rispetto ad altre parti del mondo, i cinema di Hong Kong sono penalizzati dagli elevati costi degli affitti. Negli ultimi vent’anni i canoni di locazione sono aumentati insieme ai prezzi degli immobili, rendendo Hong Kong una delle città più care al mondo per gli affittuari. La maggior parte dei cinema ha siglato contratti di locazione, di durata almeno quinquennale, alla fine degli anni 2010. Anche se negli ultimi due anni i prezzi degli immobili sono calati di oltre il 10%, gli affitti restano alti per i gestori delle sale. Durante la pandemia i proprietari hanno concesso alcuni sconti sugli affitti, quando il governo ha imposto per diversi mesi la chiusura delle sale; ma questi aiuti sono terminati con la fine dell’emergenza sanitaria, nel 2023, aggravando le difficoltà finanziarie dei cinema.

Sul fronte del personale, l’emigrazione di molti cittadini hongkonghesi a partire dal 2019, a seguito dei movimenti sociali, unita alla riduzione del personale cui si è fatto ricorso durante la pandemia, ha determinato una carenza di manodopera alla ripresa delle attività. Gli esercenti hanno dovuto aumentare gli stipendi del personale di prima linea per mantenere il livello del servizio o, in alternativa, ridurre gli orari di apertura, entrambe scelte che hanno inevitabilmente inciso sui ricavi.

La lenta ripresa economica ha reso gli spettatori meno disponibili a spendere per l’intrattenimento e, con la crescita delle piattaforme di streaming, molti preferiscono attendere l’uscita di un film online, in streaming o a noleggio, per risparmiare. Per attrarre pubblico, i cinema offrono incentivi come sconti e pacchetti promozionali. Sebbene questo abbia aumentato il numero degli ingressi, ha anche determinato un calo del fatturato complessivo, rendendo l’esercizio delle sale sempre più impegnativo.

Dei cinema chiusi senza essere sostituiti da nuovi esercenti, uno è stato demolito per fare spazio a un progetto di riqualificazione, mentre gli altri hanno chiuso per la scadenza o la risoluzione del contratto di locazione. Queste chiusure sono avvenute con scarso preavviso, sia per il pubblico che per i proprietari degli immobili. Tre cinema, che hanno chiuso i battenti tra novembre e dicembre 2024, in un primo momento avevano dichiarato di essere in ristrutturazione, ma poi hanno rimosso tutte le attrezzature e persino avviato la liquidazione.

Uno di questi cinema aveva aperto proprio durante la pandemia e il proprietario aveva concesso due anni di affitto gratuito perché si potesse tenere aperta la sala, come attrazione del centro commerciale. Tuttavia, non appena questo periodo di sgravio è terminato, il cinema ha cessato le attività, dimostrando di non essere in grado di sostenersi economicamente con i costi di affitto a pieno regime.

Anche i proprietari dei principali circuiti cinematografici sembrano preoccupati per il futuro. Lo scorso aprile il President Cinema, di proprietà del Newport Cinema Circuit e situato a Causeway Bay, uno dei poli commerciali e di intrattenimento più vivaci della città, ha chiuso ed è stato deciso di riconvertire lo spazio in un edificio commerciale, proprio come era già avvenuto con il Dynasty Theatre, della stessa catena. È forse il segno che Newport non crede più nel futuro del comparto cinematografico e ha deciso di abbandonarlo?

La crisi delle chiusure dei cinema si è intensificata nel gennaio 2025, quando si è diffusa la voce che ben quattro cinema del circuito Golden Harvest avrebbero cessato l’attività, dopo che già due esercizi avevano chiuso i battenti nel 2024. Le trattative con la proprietà hanno portato a una sospensione temporanea dei canoni di affitto, consentendo ai quattro cinema di restare aperti, per ora.

L’affitto rappresenta la voce di spesa più impegnativa per gli esercenti. I proprietari degli immobili dovrebbero sostenere le sale, diminuendo i canoni di affitto od offrendo condizioni più favorevoli, specialmente nei centri commerciali, dove i cinema contribuiscono ad attirare visitatori e clienti per i negozi. La chiusura di un cinema può ridurre il flusso di persone e portare alla chiusura di altri esercizi, influenzando negativamente il reddito da affitto dell’intero centro commerciale. I proprietari hanno quindi tutto l’interesse a sostenere i cinema.

Gli esercenti, dal canto loro, stanno esplorando nuove strategie per aumentare i ricavi. Poiché la tenitura dei film nuovi è relativamente breve, alcuni cinema stanno puntando sulla proiezione di classici restaurati per attrarre un pubblico nuovo. Questa strategia ha dato buoni risultati, come dimostrano le repliche della saga di Harry Potter e di alcuni classici del catalogo Golden Harvest. Inoltre, le sale vengono sempre più utilizzate per eventi non cinematografici, come la trasmissione di concerti dal vivo, conferenze stampa o altro.

Al di fuori delle sale di proiezione, si sta investendo molto nell’ampliamento dell’offerta di snack e bevande, per incrementare le vendite del punto ristoro. Alcuni cinema stanno introducendo servizi extra, come il noleggio di batterie esterne o la vendita di giocattoli, anche non legati ai film in programmazione. L’aumento degli spazi pubblicitari all’interno dei locali è un’altra strategia, anche se limitata dalle dimensioni ridotte delle strutture.

Il futuro dei cinema rimane comunque incerto, con gli incassi tornati ai livelli del 2011 e un’economia che fatica a riprendersi del tutto. Il sostegno della comunità, compresi i proprietari immobiliari e il governo, sarà essenziale affinché il settore possa superare questo periodo critico, il più difficile dai tempi della SARS nel 2003
Ryan Law