In Asia, ci si aspetta che la maggior parte degli artisti sappia destreggiarsi tra più talenti, il che significa che le star del pop spesso recitano e gli attori spesso cantano. Tuttavia, non sono molte le persone dell’industria dell’intrattenimento che riescono a moltiplicare i propri talenti come sa fare Sylvia Chang: nonostante la sua filmografia come attrice cinematografica negli ultimi 50 anni sia già sufficiente a renderla una leggenda a pieno titolo, ha anche recitato a teatro, è stata una pop star (la sua canzone The Cost of Love è un cult), ha scritto, prodotto e diretto film, ha lavorato come DJ radiofonica e ha anche presieduto un festival cinematografico per diversi anni. Figura di spicco non solo a Taiwan o Hong Kong ma in tutto il cinema di lingua cinese, Chang è veramente una donna del Rinascimento del cinema, unica nel suo genere.
Detentrice del record per il maggior numero di nomination come attrice ai Golden Horse Awards (11 nomination come attrice e tre vittorie), Chang è unica come attrice. Con oltre un centinaio di ruoli al suo attivo, ha rifiutato di essere incasellata in archetipi e cliché; i suoi ruoli spaziano tra tutti i generi, dalla commedia al wuxia fino ai film drammatici d’essai. In ogni situazione, Chang ha sempre trovato modi per sorprendere il suo pubblico. In Shanghai Blues (1984) di Tsui Hark interpreta una cantante di nightclub che supera le turbolenze della Shanghai del dopoguerra con tenacia e con un forte istinto di sopravvivenza. In My Favorite Season (1985) di Chen Kun-hou interpreta una donna indipendente in carriera che sfida le convenzioni sociali cercando un marito surrogato per il suo bambino nato da una relazione extraconiugale. In uno dei ruoli più acclamati di tutta la sua carriera, nel film Forever and Ever (2001) del drammaturgo Raymond To, interpreta una madre che si dedica per tutta la vita a prendersi cura del figlio affetto da emofilia, mentre nel suo film più recente, Daughter’s Daughter (2024) di Huang Xi, veste i panni di una madre che affronta un difficile dilemma dopo la morte prematura della figlia, e deve confrontarsi con le conseguenze di un’altra difficile decisione presa decenni prima. Indipendentemente dal genere dei film che ha interpretato, Chang ha sempre portato intensità, eleganza e autenticità emotiva nei suoi personaggi.
Negli anni Ottanta, Chang ha anche intrapreso la carriera di sceneggiatrice e regista, diventando una delle poche registe donne della sua generazione, e ha trattato spesso storie che riguardano donne di tutti i ceti sociali con un approccio sensibile ma incisivo. Il suo secondo film da regista, Passion (1986), esplora l’amicizia femminile e gli intrecci romantici nell’allora fiorente classe media di Hong Kong. Invece Tempting Heart (1999), che potrebbe essere considerato un’opera correlata a Passion, è la storia di un primo amore adolescenziale visto da una prospettiva femminile in cui Chang, introducendo un espediente metacinematografico, interpreta la sceneggiatrice di un film-nel-film, impegnata ad analizzare la trama insieme a una collega. Invece 20 30 40 (2004) e Love Education (2017) esplorano entrambi i contrasti tra le esperienze di donne appartenenti a generazioni diverse.
Ma, esattamente allo stesso modo in cui sceglie i suoi ruoli, la Chang regista non si è mai limitata a un tipo specifico di storie. Con Run Papa Run (2008), un’analisi approfondita delle sfide della paternità, adotta uno stile visivo brioso, ispirato all’estetica di MTV, per raccontare la storia di un membro di una triade che cerca di mantenere separata la sua vita professionale da quella personale. In Princess D, Chang riflette sul rapporto in continua evoluzione dell’umanità con la tecnologia e il mondo virtuale attraverso la storia di un programmatore di computer che trasforma la ragazza per la quale ha una cotta in un idolo virtuale. Se c’è un filo conduttore nel lavoro creativo di Chang, è il suo continuo interesse per gli appassionanti dilemmi dell’esperienza umana e per i personaggi avvincenti con cui il pubblico può identificarsi.
Oltre al suo lavoro creativo, nel corso della sua carriera Chang ha anche sostenuto nuovi talenti: quando rappresentava Taiwan per la casa di produzione cinematografica hongkonghese Cinema City nei primi anni Ottanta, scoprì Edward Yang e produsse la sua opera prima, That Day on the Beach (di cui fu anche protagonista) e da allora, ha prestato il suo talento a film di registi emergenti, come Rice Rhapsody (2005) di Kenneth Bi e Shuttle Life (2017) di Tan Seng Kiat. Ha inoltre prodotto il documentario hongkonghese My Way (2012) e il prossimo debutto alla regia dell’assistente regista Benny Kung, Measure in Love (2025). Sylvia Chang è famosa anche come mentore di attori come Rene Liu, Angelica Lee e Kate Yeung – che hanno tutti interpretato insieme a lei 20 30 40.
Non è un caso che tutti gli addetti ai lavori si rivolgano a lei chiamandola “Sorella Maggiore Chang”, non solo in segno di rispetto per i suoi successi o per la sua anzianità di servizio nell’industria del cinema: il fatto che abbia lasciato il segno ovunque la rende davvero la sorella maggiore di tutti.
Kevin Ma