European Premiere | In Competition
Guest star:
KISHI Yoshiyuki, director
NAKAMURA Yuko, producer
OTAGAKI Yuriko, producer
SUGITA Hiromitsu, producer
Cosa si intende per anormalità in campo sessuale? È una domanda difficile, poiché la definizione stessa di “anormale” è in continuo mutamento. Il titolo inglese (Ab)normal Desire del film di Kishi Yoshiyuki esprime in modo intelligente la posizione del regista: quando si tratta di desiderio, ciò che è anormale per un individuo potrebbe essere normale per un altro; però entrambe le posizioni possono coesistere in una stessa persona psicologicamente combattuta.
Tratto da un romanzo di Asai Ryo, la cui opera è alla base del celebre dramma adolescenziale The Kirishima Thing, (Ab)normal Desire racconta le storie intrecciate di quattro personaggi ai margini della società o addirittura sull’orlo del suicidio a causa delle loro pulsioni sessuali non convenzionali.
La studentessa universitaria Kanbe Yaeko (Higashino Ayaka) teme gli uomini a causa di un trauma del passato, ma si innamora di Morohashi Daiya (Sato Kanta), un compagno di studi affascinante e molto portato per il ballo. In presenza del sognante ma emotivamente distante Daiya, Yaeko diventa un disastro agitato e balbettante, una situazione apparentemente comune a innumerevoli shojo manga (fumetti per ragazze). Ma il suo stato tormentato di repulsione e attrazione simultanee non è materia da sogni a occhi aperti di ragazzine. E Daiya cela un suo profondo, oscuro segreto.
Nel frattempo, Kiryu Natsuki (Aragaki Yui) e Sasaki Yoshimichi (Isomura Hayato) vivono vite solitarie di turbamento interiore per un motivo molto meno comune. Sebbene entrambi abbiano lavori abbastanza ordinari – Natsuki lavora in un grande magazzino, mentre Yoshimichi è impiegato in una società di generi alimentari – condividono una perversione che non possono confessare a nessuno: sono eccitati sessualmente dall’acqua che zampilla, come hanno scoperto entrambi quando erano compagni di classe alle medie, grazie a un rubinetto rotto che li ha fatti andare in estasi.
Per chi conosce le pratiche sessuali che una volta si tenevano nascoste per timore del disonore e che ora si esibiscono orgogliosamente alla luce del sole, questa potrebbe sembrare la perversione più innocua in assoluto – o una metafora reale quanto gli unicorni.
Tuttavia esiste davvero, come ha rivelato la ricerca di Kishi. Inoltre, nelle mani di questo affermato regista di documentari e drammi televisivi, che ha realizzato il suo primo lungometraggio per il cinema, Double Life, nel 2016 all’età di 52 anni, la perversione di Natsuki e Yoshimichi acquisisce un’importanza rivoluzionaria.
Quando si ritrovano, in occasione di una riunione di classe, e decidono di andare a vivere insieme, la loro relazione non è quella di due amanti – non hanno interesse per il sesso – ma di due alieni a lungo separati che non possono rivelare le loro vere forme agli umani e trovano una felice affinità nella compagnia reciproca.
Il film si dipana come una serie di casi di studio, ma intessuti in una trama da poliziesco.
A collegare tutti i diversi fili della storia è Terai Hiroki (Inagaki Goro), un pubblico ministero conservatore, con un figlio di 10 anni che alla scuola preferisce la celebrità data dai video online. Per Terai questo è fonte di disturbo e preoccupazione, nonché di conflitto con la moglie (Yamada Maho), che invece sostiene fermamente le ambizioni del ragazzo.
In che modo questo melodramma familiare, con la sua battaglia intergenerazionale sull’uso (e l’abuso) dei social media, si colleghi alle “anomalie” dei quattro personaggi principali potrebbe non sembrare chiaro, ma con il suo sviluppo lento (Ab)normal Desire ha qualcosa di molto reale da dire: anche nel divertimento apparentemente più innocente, come dei bambini che sguazzano nella fontana del parco in un giorno d’estate, può esserci un lato oscuro. E non tutte le perversioni sono uguali: alcune provocano danni, altre vanno tollerate. Ma a volte non è facile distinguerle.