Egoist

EUROPEAN PREMIERE

In Competition for the Mulberry Award for Best Screenplay

Egoist

t.l. Egoista
エゴイスト (Egoisuto)

Japan, 2022, 120’, Japanese
Directed by: Matsunaga Daishi
Screenplay: Matsunaga Daishi, Inukai Kyoko; based on the original novel Egoist by Takayama Makoto
Photography (color): Ikeda Naoya
Editing: Hayano Ryo 
Art Direction: Sato Nozomu 
Music: Sebu Hiroko 
Producers: Akashi Mayumi, Yokoyama Rampei, Kino Yoshi
Cast: Suzuki Ryohei, Miyazawa Hio, Agawa Sawako

Date of First Release in Territory: February 10th, 2023 

 

C’è stato un periodo, non molto lontano, nel quale i personaggi omosessuali nei film hollywoodiani venivano dipinti con diverse sfumature di cattiveria (se si cerca su Google “queer-coded Disney villains” appariranno lunghe liste di titoli famosi). Nell’industria cinematografica giapponese degli ultimi anni, i personaggi LGBTQ si sono avvicinati sempre di più al mainstream, anche se raramente in qualità di esempi morali. 
Il titolo del nuovo rivoluzionario film di Matsunaga Daishi, Egoist, tratto dall’omonimo romanzo semi-autobiografico di Takayama Makoto, suggerisce più o meno la stessa cosa quando il redattore gay di una rivista di moda (Suzuki Ryohei) fa del suo eccitante personal trainer (Miyazawa Hio) un amante ben ricompensato. Il significato del titolo però è più elusivo di quanto appaia di primo acchito.
Kosuke, un redattore sulla trentina, si innamora del suo giovane personal trainer Ryuta, poco dopo averlo assunto per i suoi servizi professionali – ed esserci finito a letto. Quando Ryuta improvvisamente lo molla, dopo aver confessato di essere un lavoratore del sesso sin da quando era adolescente e aver detto cripticamente al suo ex datore di lavoro che la loro relazione “fa male”, Kosuke è esterrefatto. 
Fino a questo punto il film è stato esplicitamente erotico – tanto che in Giappone è stato vietato ai minori di 15 anni – ma dal momento dell’improvvisa rottura tutto cambia. Attraverso la regia intima e commovente di Matsunaga, l’interpretazione intensa di Suzuki delle pene d’amore di Kosuke è cruda e diretta.  
A un certo punto Kosuke ha un’idea: siccome Ryuta fa fatica a sbarcare il lunario perché deve mantenere la madre sola e cagionevole (Agawa Sawako in un’interpretazione meravigliosamente sommessa), Kosuke gli offre uno stipendio mensile tale da permettergli di lasciare il suo secondo lavoro. Dopo molte esitazioni, Ryuta accetta e inizia a fare due lavoretti di poco conto. Kosuke diventa anche una presenza familiare e bene accetta nell’appartamento che Ryuta condivide con la madre, una donna fragile come un uccellino, dalle maniere gentili ma dall’occhio perspicace. E si ritorna in paradiso. 
Succede però qualcosa che fa finire l’idillio e mette di nuovo alla prova il personaggio di Kosuke. È solo a questo punto che il significato del titolo diventa chiaro: scopriamo che Kosuke è cresciuto in una comunità rurale e conservatrice, e che a 14 anni ha perso una madre comprensiva; è poi fuggito a Tokyo, dove ha sviluppato una dura corazza. La solitudine della prima parte della sua vita, però, non lo ha mai abbandonato. Trovando in Ryuta e sua madre una nuova famiglia, egli ha modo di alleviare il proprio dolore.  
E quindi il suo altruismo nei confronti di Ryuta è una copertura per le sue vere motivazioni? È solamente un modo per curare se stesso? Dando risposta a queste domande il film non lesina sulle emozioni, ma le suscita senza indulgere in messaggi del tipo “I gay possono essere anche buoni”.
In Occidente, divi etero come Tom Hanks e Robin Williams sono stati applauditi per aver portato sullo schermo personaggi omosessuali, ma c’è chi adesso sostiene che simili ruoli, per risultare più autentici, dovrebbero essere interpretati da attori LGBTQ. Tuttavia, ingaggiare per i ruoli di Kosuke e Ryuta attori che non fossero etero (o che ancora non avevano fatto coming out) sarebbe stato quasi impossibile in Giappone, dove gli interpreti drammatici che abbiano dichiarato la propria omosessualità e siano famosi sono più unici che rari (anche se vale la pena ricordare che sul set di Egoist era presente un “responsabile dell’inclusione LGBTQ+”). 
Suzuki, un divo che ha spesso avuto ruoli da macho, con Egoist è uscito dalla sua comfort zone, e merita dei complimenti soprattutto per aver reso il suo personaggio pienamente e credibilmente umano. Magari Kosuke non è perfetto, ma è sicuramente più vicino agli angeli che a Crudelia De Mon.  

 

Matsunaga Daishi 

Nato a Tokyo nel 1974, Matsunaga Daishi è stato attore prima di fare il suo esordio alla regia nel 2011 con il documentario Pyuupiru. Nel 2015 ha realizzato il suo primo lungometraggio, Pieta in the Toilet, presentato a festival giapponesi e stranieri, e vincitore di vari premi tra cui quello a Matsunaga per il miglior regista esordiente allo Yokohama Film Festival. Si è in seguito dedicato a progetti documentaristici e antologici, mentre nel 2018 è uscito in sala il suo secondo lungometraggio, Hanalei Bay, un dramma tratto da un racconto di Murakami Haruki. Il suo film più recente, Egoist, è stato presentato come film in concorso al Tokyo International Film Festival dello scorso anno.

FILMOGRAFIA SELEZIONATA 

2011 – Pyuupiru 
2015 – Pieta in the Toilet
2018 – Hanalei Bay 
2022 – Pure Japanese 
2022 – Egoist 

 

 

Mark Schilling
Regia: MATSUNAGA Daishi
Anno: 2022
Durata: 97'
Stato: Japan
26/04 - 16:50
Teatro Nuovo Giovanni da Udine
26-04-2023 16:50 26-04-2023 18:27Europe/Rome Egoist Far East Film Festival Teatro Nuovo Giovanni da UdineCEC Udine cec@cecudine.org

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