Nei primi sette lungometraggi che ha diretto, Watanabe Hirobumi se ne è rimasto vicino a casa, a Otawara, città della prefettura di Tochigi, a nord di Tokyo (nel 2020 Watanabe ha contribuito anche al film antologico Kamata Prelude, ma il suo episodio era comunque ambientato a Otawara).
Per l’ottavo film, la commedia musicale Techno Brothers, Watanabe lascia finalmente Otawara avventurandosi su una strada più ampia – o meglio sull’autostrada per Tokyo, dove il gruppo del titolo, formato da Watanabe, il fratello Watanabe Yuji e l’amico Kurosaki Takanori, va in cerca di fama e successo.
Sarebbe più corretto però dire che questo è il progetto della loro manager, Himuro (interpretata dall’esordiente Yanagi Asuna), che ricalca l’aspetto e l’atteggiamento della famosa direttrice di Vogue Anna Wintour - cui è ispirato Il diavolo veste Prada - con i suoi capelli a caschetto e gli immancabili occhiali da sole, il tono autoritario e la volontà di ferro.
È evidente anche il richiamo alla commedia musicale di John Landis del 1980 The Blues Brothers, con i Techno Brothers che adottano gli occhiali scuri e le espressioni impassibili di Jake ed Elwood Blues. E anche a Leningrad Cowboys Go America, la commedia di Aki Kaurismäki del 1989 su una stravagante band che dalla tundra russa si reca negli Stati Uniti, mietendo più disastri che successi. E musicalmente, il film fa riferimento al gruppo techno tedesco Kraftwerk.
Non mancano comunque elementi che i fan di Watanabe conoscono bene, dal piatto e anonimo paesaggio di Tochigi all’arrogante e misteriosa boss Riko, interpretata da Hisatsugu Riko, la ragazzina che ha recitato in diversi film di Watanabe ed è un po’ la sua musa in miniatura. Seduta su una sedia pieghevole in mezzo a un campo e parlando tramite un corpulento assistente (Watanabe), dice a Himuro che le sonorità techno del gruppo “non sono adatte all’era moderna”, ma di tentare la fortuna a Tokyo. Quando Himuro le chiede di finanziare il viaggio, Riko risponde: “Non siete musicisti? Guadagnatevi soldi da soli!”
In qualche modo Himuro trova i mezzi necessari per assumere un vecchio autista e con i Techno Brothers ammassati silenziosamente in una monovolume (a dire il vero rimangono in silenzio per tutto il film), si mettono in viaggio alla volta della capitale della nazione, e centro del mondo della musica giapponese.
Durante il tragitto, Himuro riesce a farli scritturare per alcuni eventi e li iscrive a concorsi ai quali suonano la loro musica techno. I brani sono interamente composti da Yuji, che ha realizzato anche la musica (non techno) di tutti i film di Watanabe.
La colonna sonora, interpretata dai Techno Brothers in abiti identici e con le stesse espressioni vacue, ricorda le sonorità elettroniche pulite e accattivanti della Yellow Magic Orchestra nel suo periodo di massimo splendore, negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.
Nel Giappone dell’era pandemica, tuttavia, le reazioni del pubblico e di una giuria di uomini di mezza età che seleziona gli artisti per un festival musicale oscillano dalla perplessità alla noia educata. I Techno Brothers trovano però un ammiratore, il proprietario di una serra che li ingaggia per farli suonare per le sue piante, in una sorta di esperimento di orticoltura, e dopo si complimenta con loro: “Adoro quelli pazzi come voi”.
Tra un brano musicale e l’altro, il film continua a far ridere con gag ricorrenti – una è che Himuro ordina solo per se stessa al ristorante, mentre i suoi muti compagni si nutrono di acqua del rubinetto – e disastri, di ordine meccanico o medico (per questi ultimi la colpa è della dieta a base di acqua). Watanabe intanto continua a interpretare più ruoli, spaziando da un amichevole abitante del posto che ignora gli insulti di Himuro al direttore di una sala da concerto che la esaspera a non finire con i suoi monologhi logorroici e con la sua ignoranza della musica techno.
Come sempre avviene nei film di Watanabe, l’umorismo è soprattutto autoironico e la Band non ottiene il minimo rispetto, anche se Himuro, nonostante tutta la sua prepotenza e insensibilità, non si arrende mai, e li paragona, tra gli altri, ai Beatles, a Bob Dylan e a Mozart. E i Techno Brothers, in modo esilarante e stimolante, sopportano.