ITALIAN PREMIERE
In Competition for the Mulberry Award for Best Screenplay
The Sales Girl
t.l. La commessa
Худалдагч охин, Khudaldagch ohin
Mongolia, 2021, 123’, Mongolian – Russian Dialogue
Directed by: JanchivdorjSengedorj
Screenplay: JanchivdorjSengedorj
Photography (color): Otgondavaa Jigjidsuren
Editing/Special Effects: Munkhbat Shirnen
Production Design: Otgonjargal Danaa
Production Manager: Otgontogos Namsrai
Make-up: Enkh-Orchlon Mendbayar
Music: Dulguun Bayasgalan
Sound Engineer: Batjargal Gankhuyag
Producers: Sengedorj Janchivdorj, Khuslen Bayambaa
Production Companies: (Mongolia) A Nomadia Pictures, Mongolia Film Industry Assn. production.
Cast: Bayartsetseg Bayangerel (Saruul), Enkhtuul Oidovjamts (Katya)
The Sales Girl è uno di quei film che spiazzano lo spettatore, perché presentano di un Paese un’immagine completamente diversa da quella costruita nei decenni dall’immaginazione collettiva. Una Mongolia urbana e borghese, popolata da giovani simili nell’aspetto e nei comportamenti a quelli che si incontrano in una qualunque città europea, si vede raramente. Basta con la prateria, i cavalli, gli accampamenti nomadi, gli orizzonti infiniti che popolano i film presentati a festival internazionali (a parte le poche eccezioni come Operation Tatar, FEFF 2011): in The Sales Girl siamo a Ulan Bator, una città che ormai è come Pechino, moderna e piena di palazzoni anonimi e quartieri desolati in mezzo ai quali spuntano ville ed appartamenti di un lusso estremo, che identificano una società effervescente ma contemporaneamente sbilanciata, dove gli estremi convivono ed è necessario barcamenarsi per sopravvivere. E nessuno impara a farlo meglio di Saruul, la giovane protagonista del film, una studentessa con velleità artistiche ma con genitori che invece la vogliono ingegnere nucleare. Saruul è una ragazza timida e chiusa, con un’espressione che oscilla costantemente tra l’imbronciato e l’incredulo, non ha amici – un suo giovane vicino di casa che ha un enorme cane e sogna di fare l’attore ed emigrare è l’unico con il quale sembra avere qualcosa in comune. Quando una compagna di classe che si è fratturata una gamba scivolando su una buccia di banana le chiede di sostituirla per un mese come commessa in un sexy-shop, Saruul innocentemente accetta. Il lavoro è apparentemente semplice e ben retribuito: si tratta di vendere sex-toys di vario tipo, fare occasionalmente delle consegne a domicilio, e la sera portare gli incassi a Katya, la proprietaria del negozio. Katya è un personaggio sopra le righe: una donna di mezza età ricca, appariscente, sexy, eccentrica, che vive in un appartamento lussuoso con un gatto al quale Saruul deve dare da mangiare – è parte del suo contratto di lavoro. Saruul è intimidita inizialmente da questa donna inusuale e anticonformista che è molto diversa da lei e la provoca con domande alle quali non sa rispondere, ma gradualmente le due donne stabiliscono una strana amicizia, che servirà a guidare Saruul nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta e contemporaneamente ad aiutare Katya nei momenti di malinconia che spezzano la sua auto-immagine di donna volitiva e soddisfatta. Le disavventure di Saruul nel sexy-shop sono tante: incontra clienti con richieste inusuali, finisce in cella per una notte con un gruppo di prostitute, viene molestata da un cliente al quale aveva fatto una consegna a domicilio. Katya provoca, aiuta, sostiene la sua giovane commessa nel percorso di emancipazione dai pregiudizi, di scoperta della propria sessualità, e di consapevolezza del proprio potere. The Sales Girl è un film che sembra voler mettere in mostra i vizi che albergano in una grande città come Ulan Bator ma in realtà è un film che racconta una storia molto personale. Scanzonato, provocatorio, filosofico, rompe molti tabù in modo intelligente e divertente, senza mai scadere nel volgare. Come le due donne nel film, le attrici che le interpretano sono estremamente diverse l’una dall’altra – una è una giovane debuttante e l’altra un’attrice teatrale di grande esperienza – ma l’alchimia tra le due funziona perfettamente. Lo sceneggiatore e regista Janchivdorj Sengedorj è uno dei cineasti più conosciuti della Mongolia, autore anche di teatro e particolarmente interessato alla rappresentazione della gioventù mongola contemporanea. Il film ha meritatamente vinto diversi premi internazionali, tra cui quello come miglior film al New York Asian Film Festival.
Janchivdorj Sengedorj
Janchivdorj Sengedorj (Ulan Bator, Mongolia, 1976), tra i registi più importanti della Mongolia, con un particolare interesse per le rappresentazioni della gioventù contemporanea, ha lavorato sia a teatro che al cinema. Laureatosi nel 1999 in regia al “Bers” College of Media and Cinematic Arts, Janchivdorj Sengedorj è stato direttore dell’Istituto Cinematografico presso il Teatro Nazionale della Gioventù (2000-2003), direttore del Sun Group dal 2013 e Membro del Consiglio dell’Associazione dell’Industria Cinematografica Mongola dal 2018. The Sales Girl (2021) è il suo 15° lungometraggio.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
2010 – Oxygen
2011 – Bodliin Hulgaich
2014 – Urgeeleg
2015 – Bosuul
2016 – Lovers
2017 – White Blessing
2018 – Life
2019 – I Am the Sun
2022 – The Sales Girl
2022 – Restart (anthology)