Italian Premiere | Out Of Competition | PART 2 - A/B side VIBES. Greatest Hits from ‘80s & ‘90s | acknowledgement to SOMAI Shinji
Uscito per la prima volta in sala nel 1985, Typhoon Club di Somai Shinji è ormai considerato in patria un capolavoro moderno, e la rivista Kinema Junpo lo colloca al 10° posto nella sua lista dei migliori film giapponesi di sempre.
Ambientato per la maggior parte in un liceo di provincia in un arco di tempo di cinque giorni, il film scoppia di energia febbrile e di eccessi deliranti che vanno oltre il puro realismo, pur riflettendo la situazione complicata dell’istruzione giapponese negli anni Ottanta, con i docenti che perdevano autorità e i ragazzi che si scatenavano (confidenza: chi scrive lo sa per esperienza, essendo stato insegnante in un liceo di Tokyo proprio in quel periodo) .
Typhoon Club mette in luce non solamente i disturbi ormonali e l’esplosione della giovinezza presenti in qualsiasi società di qualunque luogo, ma anche la vena anarchica della natura umana celebrata nell’antico culto di Dioniso, le cui mitiche bisbocce potevano culminare in una morte violenta.
Girato da Somai con i suoi classici piani sequenza e un’inventiva gamma di inquadrature e movimenti di macchina, che potenziano il dramma senza interferire, il film è leggero per trama e spiegazioni, greve per spirito e atmosfera. Questo approccio impressionista, con gruppi di personaggi vestiti in modo simile che si muovono nell’oscurità della notte, può rendere piuttosto arduo per lo spettatore comprendere chi sia chi.
Sin dall’inizio, però, appare chiaro che gli studenti del liceo Oda sono irrequieti per l’avvicinarsi delle vacanze estive e per il prossimo tifone che annuncia il proprio arrivo. Ciò viene mostrato in modo comico, con le ragazze nella piscina della scuola che si spogliano e quasi strangolano Akira (Matsunaga Toshiyuki), il pagliaccio della classe, che le stava spiando con la faccia stralunata semisommersa. Tuttavia, una volta in classe, durante l’ora di matematica del professor Umemiya (Miura Tomokazu), un giovane insegnante opportunista annoiato dalla materia che insegna e irritato dai suoi indisciplinati studenti, iniziamo a percepire un’energia più cupa. E quando in aula irrompe la madre arrabbiata della fidanzata di Umemiya, che urlando gli intima di sposare sua figlia, gli studenti esplodono nel baccano – e le risate alle spalle del professore svaniscono .
Mentre la tempesta si avvicina, vanno in scena le solite rivalità sentimentali e gelosie tra adolescenti. Una ragazza coi codini, Rie (Kudoh Youki), scappa pensando che un ragazzo che le piace, il serio Kyoichi (Mikami Yuichi), le sia stato soffiato da un’altra. Quando però arriva il tifone e un gruppetto di studenti, che comprende anche Kyoichi, si ritrova bloccato a scuola, spariscono le inibizioni e sbocciano impulsi proibiti.
Nella scena più inquietante del film, un ragazzo dallo sguardo vacuo aggredisce una ragazza terrorizzata che si nasconde in sala insegnanti e le sta strappando i vestiti quando viene interrotto. Più tardi, la ragazza e i suoi amici si spogliano mentre danzano selvaggiamente sul palcoscenico del teatro della scuola – e vengono raggiunti dal ragazzo di prima, che ora ha addosso solo le mutande, accettato anche se forse non perdonato.
Intanto, Rie sta facendo shopping nel distretto Harajaku di Tokyo – allora come oggi un’attrazione per le giovani fashioniste – insieme a un mellifluo compagno di scuola (Omi Toshinori), ma una volta arrivati nell’appartamento di lui, ha un ripensamento e batte velocemente in ritirata nel bel mezzo di una tempesta torrenziale.
Il tifone alla fine passa e i ragazzi escono dalla scuola per riversarsi, nudi ed estatici, per le strade della città di notte, mentre la macchina da presa di Somai osserva da una distanza rispettosa e non giudicante. In un centro commerciale deserto, Rie incontra due artisti di strada con il viso truccato di bianco che suonano l’ocarina e dondolano avanti e indietro come due bambole congiunte. Che bizzarria… ma il film ha in serbo ulteriori stranezze. Persino la morte di un adolescente finisce per sembrare cupamente comica.
Typhoon Club, comunque, è tutto fuorché una decostruzione cinica e surreale delle storie di formazione. È, invece, una celebrazione creativa e un’analisi impassibile della gioventù in tutta la sua pazzia, ferocia e gioia.